Dott.ssa Barbara Griffini
Durante la crescita i figli necessitano di cure e protezione ma, al tempo stesso, di stabilire relazioni solide con entrambi i genitori in modo da introiettare ed attivare in seguito i modelli materno e paterno, maschile e femminile, elementi costitutivi dell’identità. Perché ciò accada i minori devono essere inseriti in un contesto sereno e poter rapportarsi con genitori, parenti, coetanei.
Se gestita in modo conflittuale la separazione può avere gravi ripercussioni sullo sviluppo psico-affettivo e fisiologico dei minori perché altera il clima in cui i bambini crescono.
Può risultare difficile comprendere chiaramente le gravi conseguenze che un ambiente familiare ricco di tensioni, scontri e conflitti ha sulle strutture ancora in crescita di bambini e ragazzi. La separazione è sempre un momento difficile per i bambini: se poi i genitori sono impegnati a litigare tra loro, a volte anche per anni, ai figli non viene garantito un contesto di serenità, elemento indispensabile per una crescita equilibrata. Da numerosi studi possiamo sostenere che la separazione dei genitori non porta necessariamente effetti negativi duraturi sui figli, il conflitto genitoriale invece sì.
La separazione conflittuale depriva i figli di tempo relazionale quotidiano con entrambi i genitori sul quale si costruisce anche l’identità del minore: i bambini si ri-conoscono in ciò che fanno anche e soprattutto insieme ai genitori. Con la separazione conflittuale i bambini si trovano a non poter più fare nello stesso modo ciò che facevano prima e questo può quindi impattare con ciò che sanno, pensano e sentono di essere. La frattura che si crea nel percorso di crescita definisce nella mente del bambino un “prima” e un “dopo” che tolgono continuità al processo di maturazione.
Anche il senso di appartenenza viene intaccato: nella separazione, in particolare quella conflittuale, il bambino perde la famiglia a cui apparteneva e, spesso, gli viene chiesto, in modo più o meno diretto, di iniziare ad appartenere più ad un genitore che all’altro. Il tempo (anche e soprattutto mentale) che prima era condiviso con entrambi i genitori viene diviso in “tempo con mamma” e “tempo con papà” e spesso si assiste a trasformazioni comportamentali del minore con uno e con l’altro genitore: i bambini a volte si comportano come “mamma vuole” o come “papà vuole” o in modi che non diano fastidio ai genitori già così sofferenti, arrabbiati, impegnati. In questi casi il bambino non è libero di esprimersi e sperimentarsi ma si comprime all’interno di atteggiamenti “di facciata”.
I minori possono sentire la necessità di attribuire colpe e responsabilità il che li porta a prendere posizioni in merito ad accadimenti che in realtà non possono comprendere perché appartengono al mondo degli adulti. I bambini possono schierarsi per prendere le difese del “genitore debole”: si avvia così un processo in cui nella psiche si creano zone troppo distinte e differenziate in cui ci sono un buono ed un cattivo, due mondi che spesso arrivano ad assumere connotazioni di rigidità che rendono difficile essere flessibili anche in futuro.
Un risvolto drammatico delle dinamiche conflittuali porta poi il minore alla parentificazione, ad assumersi cioè il ruolo di “genitore del genitore” nel tentativo di aiutare gli adulti: è ciò che accade quando i bisogni dei genitori sovrastano quelli dei minori.
In questo breve excursus abbiano citato le conseguenze più significative che la separazione conflittuale può avere. Possiamo quindi pensare che, se “gestita” in modo conflittuale, la separazione genitoriale rappresenti un furto degli elementi costitutivi dell’infanzia e che dovrebbero essere garantiti per una crescita serena e libera da traumi e strappi evolutivi. I bambini inseriti in situazioni di grave conflittualità vengono privati dai loro stessi genitori da elementi quali serenità quotidiana, ruolo adeguato all’età, responsabilità adatte alla fase di sviluppo, stabilità, fiducia nelle capacità dei genitori, fiducia in una risoluzione, senso di protezione e sicurezza, spensieratezza e questo è uno dei più gravi furti che un bambino possa subire.
Bibliografia:
Rosa-Tura, 2012, “La separazione genitoriale”, Maggioli Editore, Rn.
Cigoli, Gulotta, Santi, 2007, “Separazione, divorzio e affidamento dei figli”, Giuffrè Editore, Mi.